mercoledì 23 ottobre 2019

No a impronte digitali, sì a telecamere contro i furbetti del cartellino.



Così annuncia su Facebook il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone: «La videosorveglianza sarà utilizzata come deterrente e per scoprire i furbetti del cartellino. No alle impronte digitali, visti anche i rilievi del Garante della privacy: questo genera un risparmio stimato di 20 milioni di euro», «punti chiave del pacchetto di proposte del Dipartimento della Funzione Pubblica in legge di Bilancio».

La tecnologia sicuramente torna utile per tenere a bada chi abusa”, ha detto la ministra a ItaliaOggi. “Ma probabilmente”, ha aggiunto, “va usata in modo meno criminalizzante per una intera categoria. “A mio avviso la rilevazione delle impronte contiene in sé uno stigma di tale negatività che rischia di deprimere anche chi ogni mattina si reca sul posto di lavoro con energia ed entusiasmo”, ha spiegato la ministra della Pa durante l’intervista.

Chiediamo allora alla ministra Fabiana Dadone:
  • quale personale sarà addetto alla videosorveglianza, personale esterno o gli stessi colleghi dei potenziali furbetti del cartellino? 
  • Quanto costa il personale che sorveglia dai monitor chi timbra con il proprio badge o con quello del collega? Come si può vedere da un video se il dipendente pubblico ha timbrato con il suo badge o quello di altri? 
  • Ha valore probatorio un video interno della PA oppure serve  comunque l'intervento dei Carabineri del NAS per avere dei riscontri validi da un punto di vista giuridico? 
  • Sicuri che in tal modo si risparmia e si risolva realmente il problema?

Ci sono ormai diverse tecnologie anche senza identificazione biometrica e quindi senza problematiche inerenti la privacy, come ad esempio la possibilità di timbrare avvicinando lo smartphone al marcatempo. Scambiarsi lo smartphone è sicuramente più difficile dello scambiarsi il badge ed inoltre il costo di queste tecnologie è inferiore a quello dei sistemi di videosorveglianza. 

Si avrebbe così l'eliminazione dei costi dell'assenteismo senza acquisire dati biometrici personali.